Gianna Rocca. Una storia di coraggio.
- Isabella Lavelli
- 28 feb
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 20 ott

Gianna Rocca era impiegata presso l’ufficio anagrafe di Rovagnate (LC). Uno dei suoi amici era il sig. Luzzu che suonava la fisarmonica e per questo aveva attirato l’attenzione di Gianna, poco più che ventenne.
Ma oltre che essere un simpatico musicista, Luzzu era anche un partigiano e un giorno le chiese di falsificare delle carte di identità per alcuni partigiani della Val D’Ossola.
Gianna accettò.
Per una ventenne non era certo facile mascherare la tensione per non essere scoperta. Tra l’altro, spesso un brigadiere la fissava insistentemente, ma i suoi probabili sospetti non si concretizzarono in accuse vere e proprie e Gianna Rocca continuò ad “aiutare l’Italia”, come dice nell’intervista.
Video-intervista a Gianna Rocca, realizzata nell'aprile del 2005 (versione restaurata)
Documentazione:
I documenti riportati sono pubblicati nel libro: Brambilla A., Magni A., Partigiani tra Adda e Brianza (2005)
Per approfondire:
Gianna Rocca è ricordata nella mostra fotografica curata da ANPI Lecco intitolata "La storia siamo anche noi! Donne della Resistenza del territorio lecchese"



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