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Alessandro Lavelli

1924 - 1945

Elettricista, appassionato di bicicletta, sarà per sempre giovane.

Alessandro nacque a Lecco il 1° agosto 1924, da Giuseppe Lavelli e Angela Muffatti. In città trascorse l’infanzia e la prima giovinezza. Dopo la quinta elementare imparò il mestiere di elettricista. Era il maggiore di tre figli. 


Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’aggravarsi delle condizioni della vita urbana, la famiglia decise di trasferirsi in provincia di Sondrio, nel paese di Montagna in Valtellina, località Castaldo della quale era originaria la madre Angela.


La casa di Angela è ancora proprietà della famiglia Lavelli ed è proprio presso questa abitazione che si richiede la posa della pietra d’inciampo.


Della vita e delle aspirazioni di Alessandro non sappiamo purtroppo molto ma sul documento di leva è indicata come attitudine particolare quella di “ciclista”.


Alessandro fu chiamato alle armi nel 1943, prese servizio il giorno 31 agosto, presso il 7° Reggimento Artieri – 3° Compagnia Marconisti, di stanza a Udine.

 

L’8 settembre 1943 fu deportato in Germania, in circostanze non chiarite. 

 

Nel corso del periodo di prigionia, in base alla documentazione raccolta, fu internato nello Stammlager IV G di Oschatz, in Sassonia tra Lipsia e Dresda. Non si trattava di un campo nel senso comune, ma una serie di Arbeitslager (campi di lavoro) sparsi in tutta la Regione; infatti, Alessandro lavorò prima presso la Siemens di Neusörnewitz e successivamente a Meißen.


La morte, presso l’Ospedale Civile di Wurzen, risale al 28 luglio 1945, a causa di una grave tubercolosi polmonare, contratta probabilmente per le durissime condizioni di prigionia.


La sua salma è rientrata a Lecco nel 1970 (circa) dove si è tenuta una cerimonia commemorativa, è stato inumato nel Cimitero di Castello, ma successivamente è stato trasferito presso il Santuario di Nostra Signora della Vittoria, sempre nella città di Lecco.

 

Una lapide ricorda il suo nome, insieme a quello dei caduti per la Lotta di Liberazione, presso il Liceo Scientifico Grassi (Lecco, Largo Montenero). 

 

Alessandro è uno delle migliaia di IMI, Internati Militari Italiani, riconosciuti a pieno titolo combattenti della Resistenza e la sua storia merita di essere ricordata anche come monito alle nuove generazioni.

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© 2024 by Isabella Lavelli alla memoria dello zio Alessadro Lavelli, giovane soldato che morì lontano da Internato Militare Italiano.

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